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relazioni sociali

ESCLUSIONE SOCIALE: IL CERVELLO LA LEGGE COME DOLORE. IL MIGLIOR RIMEDIO? UN’AMICA.

 

Il 7 Febbraio sono stata ad un interessantissimo convegno il cui titolo era “Passa la Palla”. Tra i relatori la mia amica Rosalba Morese, con cui ho condiviso la scrivania durante il dottorato a Torino e per alcuni mesi all’Università della Svizzera Italiana.

Con piacere vi racconto il suo recente e prestigioso studio.

La sensazione di essere esclusi da un gruppo è una sensazione non solo spiacevole, ma dannosa perché può arrivare a danneggiare la nostra capacità di relazionarci con gli altri.

E’ interessante che nostro cervello la legge come se fosse vero e proprio dolore fisico. Ne attiva le medesime aree. Secondo molti ricercatori questo dipende dal fatto che una ferita rappresenta una minaccia per la sopravvivenza e il dolore ha una funzione protettiva: ne segnala la presenza, funziona da deterrente e spesso attiva gli altri nel prendersi cura di noi.

Il dolore che deriva dall’esclusione sociale sembra avere la stessa funzione protettiva. Un essere umano può sopravvivere solo se circondato dal suo gruppo, da altre persone. Esserne esclusi espone ad un pericolo concreto per la propria salute psicofisica, proprio come essere feriti.

Lo studio dei ricercatori Torinesi si chiede se è possibile “curare” il dolore causato dall’esclusione sociale.

La risposta è si.

Basta un’amica (nell’esperimento i partecipanti sono tutte donne) che si avvicina e semplicemente ci tiene la mano, senza dire nulla. Le partecipanti, che poco prima si erano sentite escluse, riportano di sentirsi meglio e questo è un’ulteriore conferma ai molti studi che dimostrano il potere curativo dell’amicizia.

Quello che prima di questo studio non sapevamo è che questo tocco gentile disattiva le aree del cervello legate al dolore, che il sentirsi esclusi aveva attivato.

Dal momento che le nostre relazioni sono oggi sempre più virtuali e quindi viene da chiederci se ricevere messaggi da parte di un’amica, non presente, possa avere lo stesso effetto?

No, ricevere messaggi di conforto senza la presenza fisica sembra anzi peggiorare la situazione.

Grazie al collega e amico Fulvio Trombotto di aver partecipato insieme a me.

(Morese, R., Lamm, C., Bosco, F. M., Valentini, M. C., & Silani, G. (2018). Social support modulates the neural correlates underlying social exclusion. Social Cognitive and Affective Neuroscience, 633, 643).

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